Ajax e l’accessibilità dei siti web

(Vedi anche Ajax e l’usabilità)

Di Ajax si parla ogni giorno e sono ormai decine i framework per sviluppare applicazioni basate su questo tipo di architettura.

Occupandomi da anni di sviluppo web non posso che esserne contento: finalmente i limiti di interfaccia di una pagina possono essere superati! Subito dopo mi sono però chiesto se sono tutte rose e fiori, se con Ajax ci sono solo risvolti positivi.

Pensiamo a un argomento delicato come quello dell’accessibilità web. Già è difficile riuscire a realizzare una semplice pagina Html accessibile, per non parlare di una pagina con immagini, video e audio. Cosa succede se cominciamo a impiegare massicciamente Javascript e Dhtml?

Ho pensato allora di farmi dare una mano da Nicola, visto che utilizza quotidianamente uno screen reader, sottoponendogli due esempi.

Il primo, più semplice, è Google Suggest. L’aspetto è quello della classica ricerca di Google, ma non appena si comincia a digitare qualcosa, appaiono dei suggerimenti pescati direttamente dal server. Ho espresso a Nicola il dubbio che il suo screen reader non fosse in grado di segnalargli la presenza di questi suggerimenti, dubbio che mi ha subito confermato.

Come era largamente prevedibile, Jaws non dà alcun riscontro della presenza di un’eventuale lista di suggerimenti nella pagina di ricerca di Google.

A questo punto sono passato all’opposto e ho scelto un sito che si basa interamente sull’architettura Ajax: il nuovo client web di Yahoo! Mail, in versione beta e utilizzabile quasi esclusivamente oltreoceano.

Graficamente e a livello di funzionalità si tratta di un prodotto stupefacente: sembra quasi impossibile utilizzare questo tipo di applicazione in un browser, tanto è simile a un vero client di posta. Ma, anche in questo caso, Nicola ha evidenziato dei seri problemi di accessibilità.

Per quanto riguarda la mail di Yahoo!, riesco a leggere la tabella contenente il sommario dei messaggi, ma nessuna voce viene vista da Jaws come un link. Mi pare di aver capito che, per leggere un messaggio, bisogna cliccare sull’oggetto. Questo con una manovra si può anche fare. Poi però rimane il problema di riuscire a leggere il messaggio. Mi sembra di aver capito che il testo del messaggio appare sotto alla tabella contenente l’elenco dei messaggi. Tuttavia Jaws legge solo il nome del mittente e quello del destinatario, poi per lui la pagina web finisce lì. Ancora una volta, ricorrendo all’emulazione del mouse, cioè al cosiddetto cursore Jaws, si riesce a raggiungere la zona sottostante e a cliccare. A questo punto si apre una nuova finestra, che Jaws legge normalmente. Conclusione: non accessibile.

Tutt’altro che un successo, quindi. In effetti quella di aver realizzato un vero client di posta dentro un browser è una mossa azzeccata a livello di immagine. Ma la soluzione migliore sarebbe stata probabilmente un’altra, come ad esempio costruire un’applet Java, sempre da presentare dentro un browser. Certo, un po’ pesante da scaricare la prima volta (comunque qualche tonnella di Javascript dovete pur digerirla con Ajax), ma se non altro, se ben sviluppata, completamente accessibile.

E non venitemi a dire che comunque Google può essere usato anche senza suggerimenti, e che la mail di Yahoo! può essere letta anche in semplice formato Html, perché è un problema che ho già affrontato a proposito delle versioni di sito accessibile. A parità di funzionalità anche in questo caso una versione alternativa accessibile può andare bene, l’importante è che chi la realizza non se ne dimentichi dopo qualche mese senza riportare i relativi aggiornamenti (argomento delicato, visto il perenne stato di beta di molti applicativi web).

(Vedi anche Ajax e l’usabilità)

4 pensieri su “Ajax e l’accessibilità dei siti web

  1. Si potrebbe partire con il progettare la pagina pensandola come “degradabile” (http://particletree.com/features/the-hows-and-whys-of-degradable-ajax/). Come può capitare, una tecnologia che offre nuove possibilità e grandi miglioramenti alle interfacce dal punto di vista dell’usabilità come nei tui esempi, danno dei peggioramenti all’accessibilità. Largo allora ai veri designer, quelli che sanno trovare sempre il miglior compromesso.
    Se poi ajax, essendo “di moda”, viene usato tanto per far vedere che lo si conosce, o per “effetti speciali” – per i quali ritengo restino sempre migliori altre vie, flash su tutte – alllora, nessuna giustificazione.

  2. Come al solito siamo sempre allo stesso punto :
    le tecnologie di per se sono accessibili, è lo sviluppatore che non applica una buona metodolgia per usarle in questo modo.

    Ajax, Flash ma anche XHTML e SMIL se non usate con un occhio attento all’accessibilità del contenuto, non potranno mai generare pagine web universalmente accessibili.

    In Italia il problema è culturale prima ancora che tecnologico.

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