Il vero web sociale al Romecamp

Sono convinto che l’innovazione, le buone idee e gli spunti di qualità nascano in prevalenza nei momenti difficili e di avversità. Una situazione economica in declino favorisce questo tipo di processi, ma non è l’unico fattore. Se penso alle persone che mi circondano – amici, colleghi, conoscenti – mi accorgo che chi si è dato da fare per ottenere e riuscire è molte volte chi si è trovato nella vita a percorrere una strada in salita rispetto ai coetanei.

Al Romecamp il primo fattore, la crisi economica – che io chiamo affettuosamente “la fame” – non ha prodotto risultati di rilievo nel migliorare la qualità dei contenuti (probabilmente perché è ancora un po’ troppo presto e gli effetti di quello che sta accadendo non sono ancora chiari). Le presentazioni e conversazioni a cui ho assistito e partecipato erano tutte più che dignitose, anche se un po’ povere di reali idee da sviluppare.

Ma al Romecamp c’era anche chi se ne intende di strade in salita e di situazioni non sempre facili da affrontare. Non è allora un caso che gli spunti più interessanti che ho portato a casa siano nati nel corso dell’intervento di Alessandro Marzi e Maria Di Profio di Strada Sociale, il progetto territoriale per la riqualificazione economica-sociale di via Toscani, a Monteverde.

Se volete capire le vere potenzialità del web 2.0, di un blog e di Facebook al di fuori del nostro mondo geek, ascoltate con attenzione le parole di Alessandro: per spiegarvelo e convincervi impiega circa un paio di minuti. Se dubitate del successo dell’iniziativa fatevelo raccontare nella seconda parte dell’intervento da Maria. E, quando avete finito, magari riascoltate tutto una seconda volta (streaming permettendo).

Dave Morin (Facebook) – The story behind the facebook platform

Morin ha passato i primi minuti a presentare Facebook (ehi, io sono iscritto: se ci conosciamo, aggiungimi).

Facebook è una “techonogy company”. Hanno 43 millioni di utenti, 225.000 nuovi iscritti al giorno, 3% d nuovi ogni settimana, il doppio ogni 6 mesi, più del 50% fuori dagli USA.; oltre il 50% torna ogni giorno sul sito. Facebook è una piattaforma aperta: grazie agli standard API resi disponibili da Facebook, sviluppatori di terze parti possono proporre l’aggiunta di applicazioni che ne estendono le potenzialità.

Divide la piattaforma in 3 caratteristiche.

Deep integration (integrazione)

Se guardiamo le applicazioni che compongono Facebbok, come ad esempio quella per le foto, notiamo che come concezione sono molto semplici, e le funzionalità non troppo complesse. Eppure Facebook fa più traffico con le proprie applicazione scritte in poco tempo, piuttosto che quelle dedicate (come Flickr di Yahoo! per esempio). Il motivo, secondo Morin, è che sono integrate nel profilo dell’utente Facebook, quindi facilmente accessibili, con possibilità per gli altri di commentare e integrare facilmente.

Mass distribution (distribuzione di massa)

Quando un utente aggiunge una nuova applicazione, gli altri nel network hanno la possibilità di vedere che l’utente l’ha aggiunta. Se vogliono partecipare, commentare, integrare o vedere quello che sta facendo il loro amico, sono invitati ad aggiungere loro stessi l’applicazione, cosa che è super-facile.

Opportunity (opportunità)

Il modello di creazione di un’applicazione può essere sintetizzato in 3 elementi: crescita, interesse, guadagno. La piattaforma di Facbook cerca di ridurre i tempi della crescita grazie alla distribuzione di massa: più dell’80% degli utenti Facebook hanno aggiunto almeno un’applicazione.Facebook sta anche cominciando un percorso per pagare interessanti applicazioni sviluppate da terze parto.

Oggi ci sono più di 5000 applicazioni per facebook e più di 90.000 sviluppatori checi lavorano.

Questo intervento è stato scritto in live blogging dalla conferenza Future of Web Apps di Londra, il 3 e 4 Ottobre 2007. Leggi tutti gli interventi di Fucinaweb dal FOWA