L’homepage del Guardian secondo chi l’ha fatta

I weblog che seguo con più attenzione sono quelli che parlano di progetti e casi di studio reali, più che di teorie. Tra questi c’è il weblog di Nik Silver, che in qualche modo lavora al team di sviluppo dei siti del Guardian Unlimited.

In un intervento di Maggio Nik fornisce qualche elemento sulle strategie adottate nella progettazione dei template per la nuova homepage del Guardian.

Si parla di Velocity, di Css e di Domain Driven Design e la lettura è talmente interessante che a ogni rilettura emerge qualche nuova idea.

Non volevo però parlare di questo, ma di come sia sempre molto difficile trovare siti e weblog che trattino argomenti concreti. E’ molto più probabile avere a che fare con semplici esempi creati ad hoc il che, quando l’argomento è complesso, possono anche andare bene, ma che molto spesso forniscono un quadro troppo semplicistico.

A parte qualche intervento sul Guardian o sui siti della BBC e un manuale di qualche anno fa, Usability: The Site Speaks for Itself, non ho trovato molto altro, ma potrei aver cercato male.

In Italia, che mi risulti, non c’è proprio nessun tecnico o designer che si esponga a parlare dei propri progetti di un certo livello. Troppo fumo?

Riprogettazione di applicazioni web

Riprogettare un’applicazione web nel nome di una migliore usabilità, oltre che per arricchirne le funzionalità, è un’operazione lodevole e che si verifica molto spesso in un ambito così concorrenziale come internet.

Ma attenzione a stravolgere un’applicazione, anche se con i propositi più meritevoli.

E’ vero che riprogettare un’applicazione web la può notevolmente migliorare, ma è anche vero che gli utenti affezionati al servizio, soprattutto quelli meno esperti, si trovano a dover reimparare l’uso di un’interfaccia che conoscevano alla perfezione (sia i suoi pregi, sia i suoi difetti). Rendetevi conto che state chiedendo a questi utenti, che vi hanno dato fiducia, di fare del lavoro non richiesto.

Non esistono delle regole da applicare a propri che spieghino come comportarsi. Vale la pena prima di tutto coinvolgere gli utenti, e questo si può fare ancora prima di riprogettare l’applicazione, chiedendo il loro parere sui limiti della versione attuale e sulle funzionalità di cui il prodotto manca.

Le statistiche, insieme ai dati delle registrazioni, sono un ottimo metodo per distinguere la percentuale di utenti consolidati rispetto a chi entra e fugge, e vi può aiutare a capire a quanti utenti state arrecando piccoli o grandi disagi. Quest’analisi, in realtà, andrebbe fatta indipendentemente dalla riprogettazione del servizio.

Nella maggioranza dei casi quello che emerge è che piuttosto di considerare l’applicazione come una tabula rasa su cui ripartire da zero, è meglio procedere con passi incrementali, ben documentati.

Introdurre una nuova funzionalità, sottolineare i cambiamenti nell’interfaccia, attendere un feedback, introdurre una nuova funzionalità, e così via.

E’ quello che succede con prodotti come Flickr e Gmail che vengono considerati in “beta perpetua”. Questo permette al team di sviluppo di rilasciare costantemente nuove funzionalità secondo i principi della programmazione agile, ma evita anche agli utenti di essere sommersi da nuove caratteristiche da digerire tutte in un colpo.

Capita a volte che questo procedimento non sia perseguibile, perché la riprogettazione dell’applicazione si discosta talmente tanto dalla versione precedente da rendere impossibile il rilascio incrementale.

Anche in questo caso si può, in alcuni casi, fare qualcosa. E’ quello che è successo ad esempio con Google Reader. In questo caso la vecchia versione del prodotto è stata completamente riscritta, senza stazioni intermedie.

Ogni utente ha però la possibilità di tornare, se non è soddisfatto della nuova versione, a quella precedente, dovesse mai preferirla, per un periodo limitato, e sottoporre anche un commento. Si tratta comunque di un processo altamente dispendioso, perché vi trovate a gestire contemporaneamente due prodotti diversi.

Web Redesign

Kelly Goto e Emily Corter promettono, con questa guida, di fornire una metodologia per il redesign di siti.

L’argomento è sicuramente interessante: data la quantità di siti in circolazione, prima o poi vi verrà richiesto di “mettere mano” a qualcosa di esistente.

Visto il titolo, potreste pensare che si tratti di una guida rivolta ai designer web, mentre in realtà le autrici espongono una metodologia rivolta essenzialmente al project manager.

Si parte infatti dalla definizione del progetto, si presegue con gli incontri dei clienti, l’analisi delle specifiche, per arrivare alla ristrutturazione del sito vero e proprio e al lancio. È in poche parole un’utile introduzione per capire come dovrebbe essere organizzato un progetto web di medie o grosse dimensioni, ricco di spunti sulla documentazione da preparare, i moduli da consegnare al cliente e le professionalità coivolte.

Ma non riguarda il redesign, se non marginalmente. È una vera e propria guida al project manager di siti. Da un manuale al redesign ci saremmo infatti aspettate delle linee guida che evidenziassero in cosa la riprogettazione di un sito si differenzia rispetto al design, quali sono i punti di facile intervento, quali potrebbero essere gli obiettivi a medio e lungo termine, ecc.

Si parla di come costruire i template, delle tecniche di verifica multipiattaforma, di scelta dei colori e di compatibilità. Ma manca del tutto una parte che parli dell’integrazione con tecnologie di back-end, cioè database e applicativi, come le autrici stesse riconoscono. Non occorreva spingersi nel tecnico, ma qualche indicazione su come realizzare template che si sposino con un applicativo avrebbe aiutato.

Pro

  • offre una panoramica completa dello sviluppo web anche ai non tecnici
  • ottimo il numero di moduli già pronti all’uso

Contro

  • parla di design e non di redesign
  • superficiale in alcuni punti
  • non affronta l’integrazione con sistemi quali database e applicativi

Informazioni

Web Redesign – Strumenti e metodi per la riprogettazione di un sito web (titolo originale Web RedesignWorkflow that works) ¤ di Kelly Goto e Emily Cotler ¤ pagine 250 ¤ prezzo 36.00 euro ¤ edito da Apogeo (editore originale New Riders) ¤ pubblicato a Marzo 2002